lunedì 18 luglio 2011

i "ricchimadove?" www.liviocepollina.it

ALTRA PIAGA SOCIALE, I “RICCHIMADOVE?”QUELLI CHE SI ATTEGGIANO DA RICCHI MA NON LO SONO

Prima regola, il vero ricco non ostenta il suo avere, il “riccomadove?” esibisce sempre i (quasi) suoi beni superficiali che compra a rate sottraendosi il veramente indispensabile e tutto fuori dall’occhio indiscreto di quei suoi spettatori che erroneamente crede ammiratori.
Veste firmato dalla testa ai piedi, ed intimamente - nascoste alla gogna pubblica - indossa delle mutandine dell’Upim comprate rigorosamente usate su Ebay. Ho specificato i (quasi) suoi beni, perché i “ricchimadove?” non possiedono alcunché, la loro vita è una cambiale unica. La fotocopia della loro misera paga è appesa in tutti gli uffici dei centri commerciali del pianeta per velocizzare l’apertura delle pratiche di rateizzazione. Anche la loro banca, il Monte dei Coglioni di Turno, ha assunto degli impiegati apposta per seguire solo loro, appunto i Coglioni di Turno. Il loro datore di lavoro sa di avere un operaio babbo, lo sfrutta pagandogli metà straordinari e, nella busta stipendio, gli mette i ritagli delle promozioni di Media World per spingerlo a lavorare sempre più e pagarlo sempre di meno.
I genitori dei figli che si atteggiano ricchi rimpiangono il momento che li avevano affidati all’associazione anonima alcolisti per farli smettere di bere. Sì – ora sono guariti dal vizio – ma prima mantenerli gli costava molto meno.
Normalmente è la mamma ad accorgersi della malattia del figlio, è un classico, i papà dormono sempre. Lo scoprono quando si vedono sparire, dalla sera al mattino, l’Omega d’oro del nonno gelosamente custodito nel quarto cassetto del comò. Ma altrettanto improvvisamente, vedono spuntare fra le mani del figlio l’ultimo BlackBerry.
Il “riccomadove?” è quello che gira con il Mercedes da 80mila euro. O meglio - che gira ogni tanto, non ha i soldi per metterci la benzina. Al massimo quindici euro al sabato. Il benzinaio lo confonde per un’autista di qualche avvocato della collina, che gli dà i soldi contati per paura che ci faccia la cresta. Dopo avergli messo la benzina, gli infila la busta con un panino sotto il tergicristallo “me l’ha fatto mia moglie per il pranzo, non so se ti piace lo stracchino col prosciutto, tanto io oggi non ho fame, non si offenda, eh?”.
Panino che certamente mangeranno, annaffiando il lauto pasto con Eau de Toret, insomma l’acqua della fontanella pubblica.

Il “riccomadove?” ti chiede un passaggio con la scusa che gli rubino la macchina e tu, con la tua nobile Pandetta, lo scarrozzi a destra e manca. Spesso anche i veri ricchi usano proprio la Pandetta per non farsi rubare la Mercedes da 80mila euro, ma con la differenza che quelle volte che la usano fanno il pieno e i benzinai per soggezione gli lavano anche i vetri accratis. E dopo se lo magnano loro il panino, ma dalla rabbia.
Il “riccomadove?” dice sempre che parte per delle vacanze bestiali, normalmente nella sua d’alemiana barca e con qualche nipote sconosciuto di Della Valle o di De Benedetti, fanno ben attenzione a non mettere nomi veri, Facebook prima o poi li inchioderebbe. Ovviamente, poi te li ritrovi sulle rive del Sangone a prendere il sole con due pezzi di catrame al posto degli occhiali ed altrettanto ovviamente, perché sei un grande bastardo, li vai a salutare e gli chiedi “E la barca dove sta?”, loro ti rispondono “ma l’abbiamo parcheggiata vicino a Montecarlo, tanto stanotte andremo al Cafè de Paris”. “Paris… Pare Isso”, ma in realtà sarà una sala giochi di Nichelino.
Il “riccomadove?” è un operaio in cassa di qualche costola della Fiat che ha già due piedi nella fossa, ma millanta altre mille attività latenti, che – attraverso sotterfugi con i più importanti imprenditori di Wall Street, l’hanno reso ricchissimo. Una ricchezza esentasse, tutta in nero e mai dichiarata allo Stato, così in nero che non la vede nessuno.
Il “riccomadove?” è quello che si rifiuterà di continuare a leggere questo pezzo, un po’ perché si riconosce, ed un po’ perché Stefano Benni, al quale vorrebbe produrre una tournee teatrale, è decisamente più bravo.