venerdì 18 maggio 2012

Gratificazione


Gratificazione

Rieccoci qui! Il tempo passa inesorabile e mi sembra solo ieri che vi abbia scritto a proposito dei maestri, o meglio, di quelli che si credono tali. Come avrete capito, qualora abbiate letto almeno qualcuno dei miei pezzi, sono molto paturnioso e spesso la mia labile mente scivola in quei tunnel emotivamente difficili da gestire, ma tant’è che l’unico stratagemma per sedare i disagi che ne scaturiscono, è parlarne - e così lo faccio.
(Immagino quanti di voi in questo preciso istante stiano pensando “che cxlo...”)
Ed eccovi l’ultima paturnia: l’altra sera in auto stavo facendomi la solita codetta in una corsia riservata alla svolta e come sempre arriva il macchinone che taglia tutta la fila, al verde mi passa davanti e se ne va (non so dove, ma un’idea l’avrei avuta). Mi sono detto, ma mai possibile, per soddisfazione personale, che non ci sia una pattuglia di vigili che lo fermino e lo multino? Magari una vigilessa mestruata, con gli ormoni impazziti che, vivendo uno sdoppiamento di personalità, creda di essere un piccolo führer mandato dal Cielo per risolvere tutti i torti sulle strade della Terra? Ovviamente, nessun vigile e così mi deprimo allo stesso modo del cirimimmo che trova il Bar dello Sport con le serrande abbassate.
Da lì, i miei preoccupanti pensieri, si sono rivolti verso una sfera dal profumo quasi metafisico e mistico.
Mi sono detto, ma se uno si comporta (abbastanza) bene e sovente è vittima di questi soprusi, perché non esistono dei “Bonus Divini”? Aspettate un attimo, non cliccate altrove! Cerco di spiegarmi meglio.
Io sono credente, a modo mio - e credo esista una Forza Superiore che fa, disfa, gestisce e ci rende interagenti con Essa ma – alla fine – decide sempre Essa. In una visione cattolica cristiana sappiamo che i resoconti si vedranno aldilà ma non è che poi tutti abbiano questa voglia di aspettare (ops … attendete un secondo che mi tocco le pxlle). Mi si creda, nessuna intenzione di bestemmiare, cosa che odio fare e veder fare, ma … mi chiedo, perché questa Forza, coprendosi di umana elasticità, non ci regala dei Bonus Divini da goderci già in questa parentesi terrestre? Non tanti, un po’ … Un numero preciso, decide Essa: noi sappiamo di quanti ne abbiamo diritto e li adoperiamo nei momenti giusti. Mettiamo che ce ne dia 10, sicuramente uno l’avrei usato perché quel macchinone si fosse piantato contro un muro, il conducente non si fosse fatto nulla – neanche un graffio, ma per restaurare la vettura e ri- renderla agibile, fosse occorsa almeno una bella trenta mila euro. “ Ohhhhhhh …! “ Avrei goduto come un ergastolano che in cella riceve la visita una Top Model consenziente.
Dopo la fase borderline e la digestione della rabbia, una pseudo - lucidità ha ripreso a dirigere le mie pensologate e finalmente, più che altro per voi (credo pochi) che siete rimasti a leggere, sono giunto all’argomento che dà il titolo a questo editoriale: le gratificazioni. Concluso che i Bonus Divini non li abbiamo e tanto meno abbiamo facilità a comprendere agevolmente i cosiddetti Disegni Divini (quelli che attribuirebbero delle risposte a delle situazioni drammatiche che non riusciamo giustificare), credo che ci rimanga solo da gratificarci, trovare un appagamento tutto nostro in quello che facciamo, un appagamento terapeutico che bilanci le incavolature ai quali siamo obbligati. Teoricamente, la gratificazione, perché risolva appieno, dovrebbe illuminarci spontaneamente ma, si sa, è raro che avvenga e allora cerchiamocela noi. Bussiamo alla sua porta con delle piccole soddisfazioni che ci scegliamo personalmente, come nel mio esempio, nonostante la fatica della giornata, trovare il tempo di scrivere queste righe. Righe che, una volta concluse, mi daranno la contentezza del lavoro fatto, del dovere risolto. Insomma adesso sono gratificato. Voi no? Sono costernato. Amen.