venerdì 6 luglio 2012

perché si chiama bosone e non ... Mimmo?

Perché si chiama bosone e non … Mimmo? Ma ve lo spiego io!

4 luglio 2012, Ginevra, sede del Cern: è stato scoperto il bosone di Higgs. O meglio, già si presupponeva la sua esistenza, ma ora è confermato: il bosone di Higgs c’è. Soprannominato la particella di Dio, la notizia della sua scoperta ha anche entusiasmato Margherita Hack. Curioso che un’atea convinta si feliciti per la scoperta di un qualcosa di Dio, è come uno che odia la Nutella ed i dolci, si eccitasse di andare a fare un corso di degustazione alla Ferrero. Ma ormai è un dato consolidato, i troppo colti, spesso sono idioti, nozionismo ed intelligenza raramente vanno di pari passo. Grazie al bosone sappiamo che non solo Carrara, ma ogni cosa ha la sua massa e così anche in tutto l’Universo (tant’è che quella che ho appena scritto è una pirlata megagalattica). Innanzitutto, quanto pesa questo bosone? Pesa ben 125 volte di più di un protone. Quindi attenzione, dovesse capitarvi di andare allo Sma a comprare dei bosoni, accertatevi prima che un commesso vi darà una mano a caricarli nel baule e soprattutto che il vostro ascensore di casa funzioni, farsi le scale a piedi con dei bosoni pieni di borsoni, chiedo scusa … volevo dire … con dei borsoni pieni di bosoni è faticosissimo!
Erano più di cinquant’anni che cercavano ‘sto bosone: luminari della scienza con dieci lauree a dargli la caccia e lui, particella “elementare”, non si faceva mai beccare! Avete letto bene, elementare … neanche le medie! Lo si denomina bosone “di Higgs” perché su proprio il fisico Higgs, all’epoca trentacinquenne, ad intuirne l’esistenza. Siamo attorno agli anni 60, Pietro Higgs sta passeggiando sulle colline scozzesi del Cairngorms e colto da un’improvvisa Illuminazione Rivelatrice, si precipita nel suo laboratorio per approfondire quello che la stessa illuminazione gli rivelò, la presenza di un collante universale che dà massa a tutto. Occhio amici, questo è quello che riporta la storia ed anche Wikipedia. Ma le cose non andarono proprio in questo modo. È andata così, mentre passeggiava sulle colline scozzesi del Cairngorms, ad un certo punto si piegò per raccogliere un fiore e venne posseduto violentemente da un folletto dei boschi, precisamente un folletto irlandese, da sempre nemico degli scozzesi. Si trattava del famoso leprechaun culactus, lo gnomo famosissimo nella mitologia irlandese (esiste veramente!) , uno gnomo burlone e un po’ culattone. Il fisico, tentò immediatamente di reagire cercando di scollarsi dal didietro lo gnomo. Fu una lotta fra fisici, il primo per riconoscimento accademico, il secondo come entità corporea che spingeva. Lo gnomo gli rimase appiccicato per due settimane, come una sorta di collante irremovibile. il collante (gnomo ) e lui (Higgs), divennero un tutt’uno, una realtà unica formatasi da due “sottorealtà” interagenti e speCULari. Come dire adesso … ehm … nei momenti di spinta maggiore da parte dello gnomo burlone, lo sguardo di HIggs, soprattutto per il dolore, si rivolse verso le stelle e fu la drammaticità della situazione a suggerirgli magicamente la soluzione del rebus che da secoli attanagliava le menti degli scienziati, come faceva tutta quella roba lassù, primo a stare su e secondo a non scontrarsi mai. Tutto aveva una massa e grazie ad un collante. E così in termini spiccissimi abbiamo spiegato cosa sia il bosone. Ma la domanda che tutti ci poniamo, perché si chiama bosone e non, per dire un nome a caso, Mimmo? Non tutti sanno che Higgs stette in Emilia Romagna dai 18 ai 25 anni d’età e con il termine “busone” (non bosone!) spesso goliardicamente s’identifica il culattone aggressivo. Finalmente, e quindi arriviamo al dunque, non potendo denominare busone questa particella, per non offendere e più che giustamente il mondo gay, decise di trovare un’altra denominazione. Dopo le due settimane di agonia, dolorante, s’incamminò verso casa, si denudò è allo specchio notò (chiedo scusa perché non c’è un modo garbato a sostituire la scurrilità che adesso seguirà) che gli avevano fatto un “O” tanto. Ma ancora una volta, fu la tragedia del momento, a consigliargli di cambiare la U di busone con la “O” di bosone.
Sono convinto che molti non crederanno a questa storia. Pazienza, fidatevi delle cavolate che affermano quelli che sanno.
Amen.