GRAMELLINI “IL GIOCOLIERE”
“Fa girare le clavette, non le palle, ma quest’ultime riesce a romperle lo stesso”
Torino, semaforo di largo Orbassano. Scatta il rosso e un giocoliere invade l’asfalto per dare spettacolo ai motorizzati in attesa. Purtroppo non è giornata: una clavetta cade a terra e anche il cappellino, invece di roteare diligentemente lungo la schiena, preferisce andarsene altrove. ….
“Credendo che lo stesso signore sbagli un po’ troppe volte nei suoi virtuosismi circensi, dovrebbe avere l’umiltà di non definirsi artista di strada, appellativo ormai un po’ troppo abusato per celare il non desiderio di cercarsi un lavoro più faticoso ma vantarsi di doti che fino a qualche anno fa facevano fighi…..”
Lo sguardo avvilito, il giocoliere si piega a raccattare gli attrezzi del mestiere. Un uomo su una moto sta per allungargli la moneta d’ordinanza, ma lui sorride e scuote la testa. «No, grazie. Troppo errore», spiega in un italiano stentato. E anziché fare la questua fra le auto in coda, si rifugia sull’aiuola accanto al semaforo per esercitarsi.
“Faccio fatica a crederci che sia andata così, normalmente questi “artistoni da strada” se li fermi “per strada” e gli metti 1 euro in mano, lo prendono anche se in quell’istante stanno recandosi al Pam per farsi la spesa”
Riassumendo: il giocoliere ha rinunciato al compenso perché ha ritenuto la propria prestazione inadeguata, era visibilmente imbarazzato per la figuraccia e invece di sedersi ad aspettare il rosso successivo, magari prendendosela con la sfortuna, ha preferito utilizzare quei pochi secondi di pausa per allenarsi. Ciascuno pensi al proprio ambiente di lavoro e faccia i paragoni che crede.
“Lo faccio, tutti i giorni, ma grazie del consiglio”
A me basta dare un’occhiata allo specchio per avvertire, al confronto, un pizzico di disagio. L’amico che mi ha raccontato la storia (era l’uomo sulla moto)
“incredibile, direttamente o indirettamente, capitano tutte a lui! “
vorrebbe far ottenere al giocoliere di largo Orbassano la nomina a senatore a vita,
“ma fa bene, tanto ormai i titoli si regalano e si conferiscono anche le lauree a menti eccelse come Vasco Rossi, continuate così “
con successiva e sollecita ascesa alla presidenza del Consiglio
“e lì la clavetta (il suo attrezzo del mestiere!) la mollerebbe davvero ed ho paura per dove ce la infilerebbe”.
Perché la sensazione - la sensazione del mio amico, s’intende - è che in momenti come quelli che stiamo vivendo non servano degli esperti, ma dei caratteri.
“Questa la condivido, dei veri caratteri per cogliere la non genuinità degli editoriali volti a non scrivere veramente ciò che si pensa ma per colpire l’attenzione di chi al posto del cervello ha un pezzo di legno e confonde delle parole egregiamente orchestrate per cultura e le favole da soap opera per veri sentimenti. E questo è solo un umile mio parere personale, neh?” Amen.
LIVIO CEPOLLINA