venerdì 27 luglio 2012

non far sapere quant'è bello far il faccendiere


NON FAR SAPERE …
QUANT’È BELLO FAR IL FACCENDIERE …

Lo ammetto, i faccendieri m’intrigano.
Quei signori che, senza titoli di onorificenza o attestati di esperienza, intrallazzano affari con politici ed imprenditori. Nomi sconosciuti che all’improvviso tappezzano le prime pagine dei giornali, dopo che le loro gesta - avendo sconfinato troppo il campo della legalità, hanno macchiato le non più candide carte di qualche pm. E se non fosse andata così, avrebbero persistito a galleggiare serenamente in quel laghetto di anonimia. Ma un bel laghetto - signori, colmo di champagne , con dentro a sguazzarci belle pischelle dalla pelle vellutata ed immancabilmente dei mega - villoni da urlo a fargli da cornice.
Una volta quando si pensava ai faccendieri, immaginavamo i portinai che creavano delle innocue coschette con il ferramentaio di zona, l’amministratore del condominio e la tipa del 4° piano che affittava di nascosto ad una prostituta. O al pensionato ancora arzillo che portava la spesa agli altri pensionati non più arzilli prendendosi le provvigioni sui pelati e fregandosi gli inserti dei giornali. O all’infermiere dai capelli bianchi che, con un abile scambio di carte degno di Silvan, ti faceva fare la Tac un anno prima. Ma questi non erano dei sig.i Faccendieri con la F maiuscola, erano poca roba, degli umili e scialbi trafficoni che come massimo della pena rischiavano uno schiaffo, ed al posto dello champagne si bevevano un Aperol - e se volete proprio esagerare, metteteci dentro una fetta d’arancia ed aggiungeteci due salatini a fianco, toh!
I Faccendieri di oggi sono delle placche in movimento in grado di provocare nel giro di un attimo un terremoto devastante. Un complesso intreccio di fili pronto ad innescare, accidentalmente e spesso volutamente, le bombe nascoste nella case di quei potenti di cui dobbiamo ignorarne i nomi.
Ma pensate che bello possa essere per un Faccendiere sentirsi chiedere “Ma tu, che mestiere fai?”. Lo fossi io un Faccendiere, giuro - non aspetterei nient’altro che me lo chiedessero. Ed immagino come loro, che lo sono veramente, rispondano. Vedo le loro smorfie con la bocca, un gesto rotatorio delle mani come se cerchino di pescare la risposta nell’aria e poi il fatidico “Mmmh… faccio cose …”. E gli replicheranno “Sì … ma quali cose?” . A questo punto le smorfie della bocca diventano dei veri e propri spasmi muscolari ed il gesto rotatorio delle mani arriva a segnare dei cerchi nell’aria grossi come una casa “Faccio cose … come dire … COSE!”. E se l’insistenza dell’interlocutore divenisse eccessiva, arriverebbero a dare una risposta che in questo periodo fa molto figo dare. Una risposta che non significa assolutamente nulla, ma che riempie l’ego di chi la offre “Mi occupo di eventi”.
Che poi gli eventi siano presentare delle zoccole a quel consigliere in cambio di una sua firma od organizzare una cena per avere il tempo nel momento dei saluti di mettere una busta zeppa di soldi nella tasca del fortunato di turno o procurare dei cartoni di cancelleria a delle ditte appaltatrici affinché scrivano dei preventivi fasulli – insomma, in un certo qual modo, sempre di eventi si parla.
Credo che per fare il vero Faccendiere con la F maiuscola occorra una predisposizione genetica. Lì, non ci si può improvvisare, necessitano: faccia da cuxo, arroganza, poca cultura ma la giusta saccenteria. Insomma, se non fosse che nell’infido regni l’immoralità più spregevole, accrediterei più riconoscimenti a questi imperterriti guerrieri che armati di nulla ti muovono il tutto.
Amen.

LIVIO CEPOLLINA