sabato 27 luglio 2013

DUBBI PA(L)PABILI

DUBBI PA(L)PABILI

“Esagerato”. Così mi ha risposto mio padre quando gli ho chiesto che pensasse del nuovo Papa.
Una risposta asciutta, sintetica, ma efficace. Il dono della stringatezza in mio padre non è innato, se ne appropriato con l’esperienza, con quel tanto e (ahimè) troppo vissuto che stimola la concisione: basta poco per dire molto - inutile sprecare parole e soprattutto tempo. Nell’esagerazione del Papa allude a quel suo essere troppo buono, troppo generoso, troppo risparmiatore, troppo umile, troppo vicino al prossimo (anche fisicamente), troppo diverso dai suoi predecessori e troppo distaccato dalle caratteristiche peculiari che da sempre identificano quel mondo a sé che è il Vaticano. Un “troppo troppo” che ti riempie immediatamente la bocca del detto “il troppo stroppia” dove stroppia, poco usato e poco reperibile nei vocabolari, è sinonimo di storpia e quindi, facendola breve (beata sintesi di prima): il “troppo invalida”, per finire: nell’ostentazione eccessiva del Bene aleggia – subdolo - il Male. Ipotesi infondata ma naturale per quanto fortemente avvertibile. Lungi da me essere irrispettoso verso la figura del Santo Padre ma da umile, peccatore ed esserino umano quale sono, ho gli stessi dubbi che saranno venuti ad altri miliardi di umili, peccatori ed esserini umani.
Chiedessi un parere ad una Enrica Perucchietti, ad un Leo Zagami, a Mauro Biglino, al misterioso Gianni Bizardi, oppure a Thomas Horn e Cris Putnam , loro sicuramente darebbero una sostanza a questi dubbi, riempirebbero la vuotezza confusionaria di un sentimento spontaneo ed irrazionale per quanto incolto, con delle nutrite spiegazioni, insomma – motiverebbero il mio stato di allerta. Se non vere spiegazioni, per lo meno delle ipotesi fondate, magari mi informerebbero su complotti o, che ne so, sulle espletazioni di progetti precedentemente disegnati. Probabile che questo (troppo e finto) Bene riassuma ed evidenzi il disbrigo conclusivo di faccende ben studiate a tavolino dai Potenti, potenti di Terra e poco di Cielo.
La mia e, mi ripeto, di altri miliardi di persone è solo un’umile sensazione, anche se - proprio nella genuinità di un sentimento collettivo - si avverte la dirompente potenza di un motore, di una forza trainante che forse, entro breve, ci ingloberà in una nuova dimensione o ci farà forse vivere sempre nella stessa, ma governata da Menti di cui noi esserini, almeno fino a quel momento , ne ignoravamo l’esistenza.
LIVIO CEPOLLINA