lunedì 27 febbraio 2012

Il tuffo. www.liviocepollina.it

IL TUFFO

(sono le 17 di un caldissimo pomeriggio d’agosto. Francesco, trent’anni, rigido su una comodissima sedia a sdraio, è rivolto verso la piscina)

Andati via tutti. Un caso. Finalmente potrei tuffarmi. Ho sempre la tentazione di farlo, ma mi vergogno. Vedrebbero il mio corpo molle e senza forme. Rimango immobilizzato sulla sedia a sdraio. Se mi avvicinassi al bordo della piscina, tutti lascerebbero qualsiasi cosa stessero facendo pur di vedermi meglio. Alcuni farebbero finta di non sorridere, ma tutti mi prenderebbero in giro. Io non sono grasso, neanche magro, sono buffo. L’opera incompiuta di uno scultore. Non ho muscoli che siano muscoli. Ma almeno mi avesse fatto le fossettine sulle guance quando sorrido, quelle piacciono! Niente. Un corpo senza espressione. La faccia sono abituato a farla vedere, ad esporla alle critiche del pubblico, ma il corpo no. Solo d’estate e quando costretto. Adesso in piscina sono solo e potrei tuffarmi. Sgraziatamente buttarmi nell’acqua, perché – ovvio – uno buffo non è agile. Potrei fare lo scemo lungo i quattro lati della piscina, fingermi ballerino di danza classica, mettermi a quattro zampe come un cane. Ma il solo immaginare, che ci possa essere qualcuno a spiarmi, mi paralizza. Sciocchezza, non sono importante, perché spiarmi? Sono solo complessato! Tutto perché non ho un titolo. Fossi medico, scienziato, pilota! Invece sono solo un giornalaio. Li ricordo, quando parlarono di me, i signori Pozzotti con Menzio “è un giornalaio … ” sorridendo e con un’espressione di commiserazione. Quando parlano di quel cretino di Gianluca, sembra parlino di un dio. Se lo incontrano, lo interpellano su tutto. A me non chiedono nulla. Balbetterei, non sono abituato. Mi chiedono solo i giornali … Gli uomini non sono tutti uguali, forse sì davanti a Dio, ma per il mondo sono tutti diversi. La colpa è dei miei genitori. Io volevo diventare il Capo della Polizia, e se lo fossi, Marina non mi direbbe più che assomiglio ad un cocker. Avrei la pistola dietro. “Vedi quello? Sembra uno normale invece è il Capo della Polizia”. Ma adesso mi tuffo e stasera mi mangerò una bella pizza piena di schifezze grasse ed unte, tanto se faccio la dieta rimango molle e buffo. Riccardo mangia come un branco di lupi, ed è secco e magro e, a quel bastardo, quando sorride gli vengono pure le fossettine sulle guance ... S’ingozza, le posate sembrano non esistere, ma alle donne interessa perché è sicuro ed ha le fossettine sulle guance. Ingiustizie del mondo. Carlo che sembra un conte quando mangia e versa sempre da bere alle donne non è considerato. Povero Carlo. Ed è pure intelligente. Legge qualsiasi cosa e se lo ricorda. Gli chiedi chi ha inventato il tostapane e lui lo sa. Gli chiedi chi è il Presidente delle Filippine e sa anche quello. Bruttino e senza fossettine sulle guance quando sorride, però ha un cranio! Alle donne mature piacciono gli intelligenti. A me manca anche la cultura. Se studiassi da ora, passerebbero troppi anni per acquisire qualcosa, troppo tardi. Quasi quasi mi vesto e vado a comprarmi dei libri e li leggo come un matto. Direbbero “mamma mia quanto studia quello! Deve avere una testa!” Ma se scendo giù in paese, ritorno e si è già fatto già tardi per tuffarmi. Mi limito ad acquisire cultura da altre fonti. Guardo la marca delle sedie a sdraio. Arriverà il giorno che qualcuno chiederà da dove arrivino le sedie a sdraio, nessuno lo saprà, neanche il dio Gianluca, nessuno tranne me “ Sono della Miotti! “ Godrei come un porco. Chissà se le Filippine hanno un Presidente … Metto un po’ di crema sulla faccia, altrimenti mi ustiono, questo sole picchia! Sono bianco, molle, buffo e senza fossettine sulle guance quando sorrido. Studiare d’estate e d’inverno andare al solarium? La faccia abbronzata d’inverno fa figo. Credo ci sia una presenza dietro l’albero, vedo i rametti muoversi. Speriamo non mi accada qualcosa di strano, finirei su tutti i giornali. Mi piacerebbe finire sui giornali, ma per qualcosa che abbia fatto, non perché ti è apparso un santo o la Madonna, mi darebbero del pazzo. Figo essere veggenti e prevedere il futuro. Approfitterei di tutte le situazioni per attirarmi l’attenzione ma non farei il santo. Mi piacciono troppo le donne e i santi non pensano alle donne, almeno i santi … santi. Sarei un santo discolo. Meglio che mi tuffi, ora che nessuno mi guarda. Giornalaio e giornalista. Poche lettere di differenza e la mia vita sarebbe diversa. Mi guarderebbero dal basso verso l’alto. Assumerei l’espressione di quello che conta. M’inviterebbero alle feste piene di zoccolette scosciate. I miei amici gelosi “Ma è vero che conosci quella lì? Ha le tette così grosse?”. Non risponderei, ma farei la faccia di quello che sa, anzi sa, proprio perché … Fossi uno scrittore famoso, di quelli che scrivono due libri che vendono milioni di copie e vivono di rendita. Di rendita non solo per i soldi ma anche per la fama! Tutti saprebbero che vali e non devi più dimostrarlo! Starei sdraiato sul bordo della piscina con tutto il mio mollume e se avessi voglia di tuffarmi lo farei subito! I Pozzotti direbbero “Guarda! C’è lo scrittore famoso che si tuffa”. Uno scrittore famoso non ha un corpo da cui dipendere, è uno scrittore famoso, stop. Forse le Filippine sono una monarchia. Dopo il bagno farò lo shampoo, così non devo più lavarmi i capelli a casa. Ma ora che c’è il sole, altrimenti non asciugano. Ma non importa, fa caldo … Ci mancherebbe ancora che mi raffreddassi, domani devo telefonare al mio ex collega, e se mi sentirà con il naso chiuso, non potrò rispondere “Benissimo!” quando mi chiederà come sto. Potrei prendermi un’aspirina, prima di raffreddarmi, per prudenza. A proposito di salute, dovrei farmi un elettrocardiogramma, sono quattordici mesi che non lo faccio ed ho già trent’anni! Ho dimenticato la marca delle sedie a sdraio … Miotti! Miotti! Devo memorizzarlo. Quasi quasi vado a casa. (sono le 17 e 10 e Francesco ritorna a casa. E completamente asciutto.)