sabato 5 maggio 2012

degrado, ordine e pulizia

Degrado, ordine e pulizia

Si tranquillizzino gli eventuali lettori, non sto inneggiando a nessun slogan pseudo fascista, mi limito ad esternare il personale disgusto verso il degrado che sta investendo tutto ciò che ci circonda. Nella fattispecie, il mondo dell’arte e spettacolo, che – chi più chi meno – ci coinvolge.
Esemplifico il sentimento con la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la puntata di Amici che a malincuore sono stato costretto a visionare, ma fortunatamente solo nella sua parte iniziale. A dover rendere affascinante il contenitore televisivo (senza contenuti) era il mistero che ci aleggiava attorno “Belen ci sarà e se ci sarà, ballerà?”.
E sì, qualche giorno prima, la “bellissima” d’Italia (ma non italiana), era caduta dal motorino assieme al suo ultimo fidanzato, anche se già si presume che entro i prossimi tre quarti d’ora ne troverà un altro, battendo il suo record personale di durata / rapporto: due settimane.
Fortunatamente non si sono fatti nulla di grave, solo qualche graffio, ma il dramma ha avuto un’eco mediatico così risonante tanto da dover interrompere un notiziario nazionale per informare quei pochi ignoranti che non ne fossero al corrente. D’altronde, mica saremo così pazzi da accreditare più importanza agli stupri, alla microcriminalità, ai suicidi degli imprenditori o alla mafia massonica mondiale che ci ha imposto, come Presidente del Consiglio, un banchiere alieno, pazzo e pilotato da altri più pazzi di lui?
Sono perfettamente convinto del bisogno di frivolezze per alleggerire il peso (anche fiscale) che ci sta schiacciando e rendendo le giornate all’insegna dell’ansia, ma credo che queste sarebbe meglio divulgarle in spazi adatti e soprattutto dandoci il valore che meritano, quindi poco.
Per di più la nuova storia d’am”ore” sembra una bufala, ma solo l’ennesima genialata del (forse) ex Fabrizio Corona che, vendendo le foto e le interviste, si guadagnerà un altro bel pacco di soldi.
E chiamiamolo pirla … La puntata di Amici inizia con quel bellissimo uomo che si chiama Gabriel Garko che, tempo fa, definii l’attore più “mimoleso” che abbiamo in Italia. Sicuramente di una fattezza fisica invidiabile, ma assolutamente incapace di recitare. Se esistesse un misuratore per quantificare le espressioni del suo viso ci troveremo davanti ad una lancetta piatta. Per farla breve, che insceni la parte dell’amante a letto, del boss mafioso o quella di un fattorino, la sua faccia non cambia. D’accordissimo che molte donne gradirebbero averlo vicino nel primo esempio e come non giustificarle, è davvero un “bonazzo” da urlo e se a scriverlo è un etero non praticante, l’affermazione si avvale maggiormente di credibilità.
Con la defilippa si mettono a giocare ad una sorta di Strip Poker, al poste delle carte ci sono delle domande che a turno si rivolgono ed in base a non so che, completamente disgustato dal tutto la mia capacità di incomprensione era più bassa del solito, viene deciso chi deve privarsi di un capo d’abbigliamento. Ovviamente un allodola per il popolino sintonizzato, le donne godranno nel vedere qualcosa in più grazie a quel qualcosa in meno indossato dal Gabriel. Non so se la stessa cosa vale per gli uomini nei riguardi della defilippa, ma – incredibilmente – so di alcuni che la ritengono affascinante e trombereccio-desiderabile. Personalmente non le trovo queste doti, ma non faccio testo. E così, con lo spogliarello quiz aumentano gli spettatori e le donne in mia compagnia smanettano impazzite sul cellulare per allertare con gli sms eventuali simili sul grande spettacolo che stavano trasmettendo. I due protagonisti della performance si rivolgono domande imbarazzanti, tant’è che la defilippa fa finta di provare disagio nel rispondere, responsabilizzando gli autori di così tanta audacia - e quindi anche lei, essendo una delle autrici e forse la più despota. È come se il caffè mi provocasse la dissenteria e cercassi di curarmela con una flebo di Lavazza.
Ecco, tutto questo mi rappresenta il puro degrado, dove il Nulla, grazie alla potenza dei soliti capi che lo manovrano, diventa il Tutto. Un Tutto, assolutamente privo di talenti e di valori, che continuerà ad esserci imposto finché continuerà ad avere proseliti che ne alimenteranno la presunzione a scapito di quelli come me, e spero tanti altri, che rabbrividiscono di così tanto squallore. E, forse ripetendomi, io sono uno enormemente attratto dagli aspetti più trash che i palinsesti televisivi o il cinema ci regalino o ci abbiano regalato, sono uno che colleziona film di Bombolo e che ha appeso in camera il poster di Maurizio Merli; ma c’è una sostanziale differenza fra il Nulla considerato Tutto e una nobile Leggerezza umilmente considerata e spacciata per tale. Una Leggerezza – a me terapeutica - che snellisce lo spessore delle incombenze vitali ed il fardello obbligato delle frustrazioni esistenziali. Amen.