Piergiorgio Odifreddi, un uomo così pieno di sé che vorrebbe clonarsi per vedersi altrove.
Eva Riccobono, non so se ricca ma bona lo è di sicuro, è andata a casa di Piergiorgio Odifreddi per intervistarlo. Il servizio sarà trasmesso mercoledì 20 giugno, in seconda serata su Raidue.
In anteprima assoluta, pongo alla vostra attenzione, solo alcuni stralci di quest’intervista.
Innanzitutto vi allego l’immagine di Piergiorgio nel preciso istante che ha accolto l’Eva dentro casa sua.
Una posa naturale e spontanea in cui si è messo dal 19 marzo scorso, data in cui l’hanno avvertito dell’intervista, senza mai spostarsi e nutrendosi con una flebo azionata da quella che sarà la sua badante nel prossimo millennio, qualora cominciasse – seppure rimanga ancora un’ipotesi assai remota - ad avvertire qualche acciacco.
L’Eva si è presentata, con un’ora di ritardo alle 10 invece che alle nove.
Appena entrata, e scusatasi della poca puntualità, grazie ad un “condono estetico”, non è stata redarguita, ma informata che il numero 10 è un numero dalle tante proprietà tra cui è l'unico numero triangolare che sia la somma di due quadrati dispari (10 = 12 + 32) e l'unico intero composto i cui divisori interi, a parte 1, siano della forma x2 + 1 (2 = 12 + 1, 5 = 22 + 1, 10 = 32 + 1).
A tal delucidazione, l’Eva ha avuto l’istinto di rispondergli “ E ‘sti xazzi…”, ma il suo aplomb fortunatamente l’ha trattenuta.
E.R. “qualche pirla (io che riporto l’intervista), molto probabilmente geloso della Sua immane cultura e storpiando il titolo di uno dei suoi libri di successo, l’ha definita < IL BAROTTO INTELLIGENTE>. Le ha dato fastidio?”
P.O. “sì, abbastanza, magari fosse stato un altro barnumero no, ma il barotto è un numero difettivo, sommando i suoi divisori 1 – 2 – 4 viene 7, mentre io sono perfetto. Ma molto probabilmente, essendo pirla, ignorava questa proprietà”.
A questo punto l’Eva ha cercato di cambiare discorso, evitando tutte le parole che, in un modo o in un altro, potessero ricondurre al mondo dei numeri.
E.R. “Senta professore, mettendo il suo nome su Google, compaiono parecchi errori, chi la scrive Oddifreddi con due, scusi! … quattro D, altre volte Odiffreddi con due effe. Le ha procurato qualche disagio questo cognome abbastanza predisposto ad essere scritto erroneamente?”
P.O. “ Non ho mai dato troppo peso alla cosa, tant’è che a me, piacerebbe che mi nominassero, e non invano, con l’anagramma delle prime tre lettere del cognome ODI = DIO”
E.R. “Lei si definisce ateo convinto e non crede all’esistenza di Dio, perché?”
P.O. “ anche questo è un giudizio manipolato inesattamente dai media e dai giornalisti come lei, anche più brutti, diciamocelo. Ho sempre sentenziato che non esista un dio cristiano ma un dio c’è”
E.R. “ e quale sarebbe?”
P.O “(allarga le braccia per accoglierla) ce l’ha davanti”.
L’Eva, mi ha confidato, che durante questa sua ultima dichiarazione, un fascio di luce l’ha investita e per qualche istante ha vissuto delle sensazioni riconducibili a quelle sperimentate da coloro che sono ritornati in vita dopo la morte o in altri casi di abduction durante un rapimento da parte degli alieni.
Per il resto dell’intervista, è la stessa Eva a ricordarvi l’appuntamento: questo mercoledì 20 giugno ore 23 circa su Raidue, dove 23 è il secondo numero di Smarandache-Wellin, la concatenazione in base 10 dei primi tre numeri primi, ed è anche il secondo primo di Smarandache–Wellin.
(credo, che nel caso di Eva, cominci ad avvalersi più l’ipotesi di un nuovo episodio di abduction)
LIVIO CEPOLLINA